“Questo libro per me rappresenta più viaggi dentro e fuori me stessa.
Tramite i diversi componimenti il primo viaggio è quello del tentativo implicito di rivelare in modo celato alcune tappe importanti che hanno caratterizzato le storie raccontate, le emozioni e le unità di senso.
In questa raccolta poetica ho radunato poesie scritte in diversi momenti della mia vita. Alcune di esse composte durante il mio viaggio a Tozeur in Tunisia, altre le ho composte a Cuba e altre durante le passeggiate silenziose attorno a casa.
La scelta di presentare due libri in uno, con poesie bilingue italiano /spagnolo, che racchiudano lo stesso senso, rappresenta un secondo viaggio: lungo le mie radici culturali, che hanno un origine passata a Cuba e una crescita presente in Italia.
Il terzo viaggio è un viaggio a due strade parallele: una lungo un inferno fiorito e l’altra verso un paradiso di rumoroso silenzio.
Diciamo che solo la distanza da noi stessi ci avvicina al deserto. La morte della parola non è un trionfo, ma davanti al deserto dei sensi l’unica ricompensa è il sogno.
Non amo scrivere della mia scrittura, non voglio uccidere i miei versi con le mie stesse parole. Lascio l’ultima parola a chi legge, a chi trova un ordine nel mio istintivo disordine; a chi vede nuove proiezioni di immagini oltre la mia alterazione del mondo; a chi fa che i miei versi assumano una nuova realtà.
Buona lettura
Yuleisy
Introduzione di Davide Bregola al libro “Demamah il signore del deserto”
“E tuttavia ho l’impressione di fallire in questa folle ricerca quotidiana di deserto e ascetismo. E’ una ricerca nascosta, come quella di Yuleisy Cruz Lezcano, ma è come se, per il tramite del verso, la poetessa cercasse di raggiungere i Padri del deserto, i loro apoftegmi, la loro ricerca di assoluto.
Sotto il cielo vespertino, mentre auto girano per la città, sembra esserci l’ora della solitudine e dell’abbandono rinfrancante. Gli autobus, semivuoti, svoltano agli incroci. Le tentazioni del diavolo si possono sconfiggere con il digiuno, la preghiera e la parola di Dio; se pensassimo alla poesia delle origini, saremmo nell’ambito della salmodia dove si cammina, si nasce, si trovano angeli, tormente di sabbia, si muore, si trovano ombre, sorrisi e memorie, musiche, semi.
La rivelazione può avvenire solo dentro, nell’intimo più profondo; non ci sono visioni al di fuori dei nostri occhi, e così nasce un libro di ricerca, un libro esplorante, una filocalia aggraziata e confusa nella quale il simbolo accende interpretazioni.
Cielo perfetto:
[…]Liberi di essenze in unione d’idee
per le ali dei venti e i sentimenti di cammini
con la voce della luce del cielo vicino
chiamiamoci con i nomi dell’amore
per intessere leggende di esistenze illuminate.[…]
Nella sua grandiosa materialità sono presenti, intuitivamente, senza osservazione, tutte le contrade del mondo. Nei versi spagnoli energia disinteressata che sopravvive in italiano: l’eterno migrare, radiare, azzurrare, splendere, in un moto uguale e contrario all’idea della vita e della morte. Mentre si guardano queste poesie ci si può trasformare. In che cosa? Solo trasformarsi, uscendo da noi stessi, travalicandoci, diventando smisurati e leggeri, vinti. Vincitori. E in questo desiderio di tramutarsi nel paesaggio, di espandersi e contrastare in tal modo, per così dire, la verticalità della vita e della morte, di colpo, all’idea che tutto ciò potrà avvenire in un istante, mentre si è ancora vivi, sentire netta la sensazione di essere già altrove, privati del corpo, ma essere in mezzo ai colori. Nella luce.
[…]Io brusca ombra del tuo mattino
mi sto elevando dal tuo cuscino,
così quando il giorno accende la luce
con gli occhi pieni di pianto
dirai il mio nome
e mi confonderai con l’alba.[…]
”
Tratto dalla 6° puntata del programma televisivo Street Talk 2019 di Andrea Villani,
la poesia “Parlami” del libro Demamah Il Signore del Deserto …