“Quando ho iniziato a scrivere questo libro, era in realtà
un altro libro. L’idea originaria era di lasciare al libro la libertà di essere, di nutrirsi come voleva, dalle parole del poeta Tonino Guerra.
Tonino Guerra è stato la musa ispiratrice, l’inizio di qualcosa…
Questo qualcosa si è concretizzato grazie alle informazioni ricevute da persone che hanno realizzato diversi progetti di Tonino, persone a lui care e vicine.
Dedico questo libro ai lettori. Mi auguro che queste pagine possano essere per loro una gradita avventura, la scoperta di quella parte del mio mondo, che continua a soffiare dentro e fuori leggeri respiri di stupore e meraviglia verso le piccole cose, che fanno grande la vita.
Questo libro, in cui sono raccolte favole e poesie, trae ispirazione sia dalle interviste sia dai libri del poeta, scrittore e sceneggiatore Tonino Guerra, sia dai ricordi della mia infanzia a Cuba.
Le storie narrate dal poeta e le mie s’intrecciano e vengono intessute con un filo di meraviglie per le piccole cose.
Le frasi del poeta, oltre ad essere fonte d’ispirazione, aprono nuove finestre verso un mondo tutto mio.
L’invisibile filo che unisce i vari racconti è l’innocenza del mondo… quella gioia infantile che porta i nostri occhi a perdersi stupiti davanti alla bellezza.
Nel libro ho dedicato anche diversi versi ad artisti viventi che hanno fatto sì che molti dei progetti sospesi di Tonino divenissero realtà e ho lasciato una parte importante a Lora Guerra, la sua compagna di vita, che mi ha invitata ad entrare nel mondo meraviglioso del poeta.
Vi auguro buona lettura
Yuleisy
Introduzione di Gian Ruggero Manzoni al libro “L’infanzia dell’erba”
“POETA SEGUE A POETA, IN UN UNICO CANTO
Cara Yuleisy
ogni giorno siamo circondati dalla poesia, ma i più non lo comprendono, perché questo tipo di società, rivolta spesso a una futile idea di progresso e all’avere beni materiali, così da essere, così da venire considerati, così da avere un seguito, non ci ha educati a coglierla. Inoltre la poesia, come ogni ambito filosofico, letterario o artistico, dai più viene considerata come un qualcosa di lontano, di esclusivo, e ciò è triste e sbagliato, e fa sì che oltre ad allontanare l’uomo da essa, allontana, anche, l’uomo dall’uomo. Forse non si è capito che invece la poesia è la prima manifestazione dei propri valori e, allo stesso tempo, il desiderio di costruirne altri, assieme ai tuoi simili. Quindi è un IO che vuole rinnovarsi e rinnovare, e invitare l’altro a fare lo stesso. Inoltre la poesia è un lodare il mondo circostante e il farsi lodare da esso, liberi da ogni gabbia e, perciò, da ogni costrizione. In tal modo ognuno di noi potrebbe essere un poeta, in particolare quando ci operiamo per compiere un gesto benevolo verso il prossimo, oppure quando, presa coscienza del compito a cui siamo chiamati, capiamo che si fa parte di una catena, che a uomo segue uomo, a poeta segue poeta, così da mantenere viva una fiamma e continuare a tracciare una possibile via verso l’armonia, il bello, l’amore, la pace.
Con questo spirito tu hai studiato la poesia di Tonino Guerra e, dalla stessa, hai preso spunto al fine di dare vita a questo libro in cui versi si uniscono a prose, suggestioni a scoperte, emozioni a trasporti, infatti, e non a caso, la poesia, di per sé, è spiritualità, e crea spiritualità, tracciando un cerchio in cui il perdurare e l’eterno trovano casa, e in cui la tenacia diviene pareti e tetto della stessa. Quindi fare poesia significa anche vivere con coraggio, donare e donarsi, nonché prestare ascolto a chi ti ha preceduto e trasmettere il suo sapere e i suoi sentimenti a chi verrà dopo di te. E questo risulta spontaneo, una volta convertiti a tale credo, a tale componente di speranza, e, sempre più, leggendoti, avverto che suddetta grazia ti appartiene.
Anche Tonino Guerra, che ho avuto il piacere di conoscere e di quel tanto frequentare, era al corrente di ciò e, proprio per questo, sosteneva che quando lo coglieva il bisogno di scrivere, lo stesso non scaturiva da una scelta momentanea, ma da un dovere perdurante rivolto al mantenimento della memoria di quello che era stato, così prendeva carta e penna e testimoniava il passato, lo trasformava in presente e lo indicava quale futuro, come poi tu, futuro di Tonino, stai facendo ora, e non posso che esserne felice, in primo luogo perché me lo fai rivivere, me lo fai rivedere davanti, mentre ci raccontavamo della nostra Romagna, poi perché nulla mai muore, nulla mai si perde. E di ciò ti ringrazio, ritenendoti una degna custode del sacro fuoco.
”